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ILa chiesa di Sant’Eufemia, le cui origini si fanno risalire ad epoca anteriore al 1091, anno in cui furono ritrovati i resti della Santa titolare grazie all’intervento del vescovo Aldo, presenta una storia architettonica significativa, dovuta alla coesistenza in un unico contesto di componenti strutturali di epoche differenti (dall’esame della struttura gli esperti hanno rilevato fasi costruttive nell’ultima parte del sec. XI e sul principio del secolo successivo). Con il reperimento delle spoglie della martire Eufemia si innescò probabilmente il processo decisivo per l’avvio della ristrutturazione dell’edificio, all’epoca officiato dai canonici claustrali di Sant’Agostino, che vide la consacrazione nel 1108; al complesso chiesastico rimase annesso per secoli un monastero, che nel 1491 fu ceduto ai canonici regolari agostiniani e nel Seicento ai Canonici di San Salvatore, che lo gestirono sino alla soppressione del 1805 (permangono importanti strutture del contesto monastico).

I principali interventi di modifica dell’assetto originario risalgono al secolo XVIII: fu introdotta la cancellata sulla facciata che fu adattata allo stile barocco, nei muri perimetrali trovaro

attualmente l’architettura sacra è dotata di facciata monocuspidata  in stile romanico, restaurata in stile nel 1906 dall’architetto Guidotti, realizzata con mattoni a vista  e qualificata da un portico d’ingresso con scalinata a cinque gradini che presenta considerevoli tracce dell’antico fronte nei capitelli romanici delle semicolonne, a rilievi di animali, mostri fantastici e foglie d’acanto); l’aggiunta di un portico nella parte inferiore della facciata risale a dopo il 1100, mentre al XIII secolo data l’estensione dello stesso all’altezza dell’intero fronte.  

Nell’imponente interno a tre navate, con volte a crociera, pilastri cruciformi polistili e absidi semicircolari, si conservano preziose testimonianze fra cui un lacerto di mosaico con figura di drago (sec. XII), facente parte dell’antica pavimentazione musiva distrutta nel corso del Seicento quando fu abbassata la tribuna della chiesa (1652) e fu realizzato il coro (1658). Ciascuna delle navate laterali è dotata di sei cappelle con volte a botte, fra le quali si segnalano i sacelli di Sant’Eufemia e San Fulco Scotti, prevosto della chiesa fra 1194 e 1208. 

Tra i dipinti rilevanti dal punto di vista degli studi si segnala il quadro ad olio su tavola attribuito a Cesare Cesariano e riferito al 1512, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e quattro Santi tre dei quali identificati con Eufemia, Vittore e Sostene; si tratta di una composizione dall’impianto rinascimentale, che vede le figure in primo piano dalle delicate fisionomie e dai costumi ben definiti stagliarsi su di un fondale architettonico porticato, il tutto declinato secondo i canoni dell’epoca.

Altri dipinti degni di nota impreziosiscono le cappelle, fra cui una tela seicentesca firmata dal faentino Traversari e dedicata a San Vincenzo Ferreri.

Tra le opere dedicate alla Santa titolare si segnalano la pala in controfacciata, dovuta al piacentino Francesco Ghittoni che la eseguì nel 1893 con fare raffinato e tinte tenui raffigurandovi il Martirio di Sant’Eufemia.

Infine non può mancare il richiamo ad un’opera attribuita al conosciuto scultore lombardo Giovanni Angelo Del Maino, attivo a Piacenza nei primi decenni del XVI secolo; si tratta di una statua in legno purtroppo gravata da ridipinture che hanno condotto ad erronee identificazioni (per la scultura si auspica un restauro in grado di restituirle l’originario splendore), nella quale è stata recentemente individuata dagli studiosi la figura di un Dolente facente parte di un antico Compianto.

CittàPiacenzaIndirizzoVia Santa Eufemia, 27Telefono+ (39) 0523 320304Share
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