L’attuale chiesa di San Pietro sorse nell’ultima parte del Cinquecento sui resti dell’antico tempio di S. Pietro al Foro (IX secolo), bruciato nel 1174 e poi ricostruito. Fu voluta dalla Compagnia dei Gesuiti che, giunta a Piacenza nel 1582, dopo una temporanea collocazione in un edificio situato tra le chiese di Sant’Eustachio e San Lorenzo aveva ottenuto nel novembre 1584 il complesso di San Pietro in Foro.
La costruzione fu avviata nel luglio 1585 su progetto dell’architetto gesuita Giorgio Soldati; la chiesa fu consacrata il 3 dicembre 1587. Tra 1613 e 1620 l’edificio fu ampliato con lavori riguardanti l’area presbiteriale e la sacrestia. Proprio a questo lasso di tempo risalgono anche le prime informazioni relative alla torre campanaria attuale, realizzata nell’area di un palazzo della famiglia Scotti acquisito dai Gesuiti: la costruzione della torre ripresa nel 1660, venne conclusa prima del 1673. Ha cella a pianta ottagonale propria della cultura barocca di cui rappresenta uno dei massimi raggiungimenti in città ed è chiusa da cupola con lanternino circolare a pilastrini mistilinei.
A partire dal 1594 si costruì anche il primo nucleo del Collegio, parte ad uso scolastico e parte ad uso della comunità gesuitica, edificio poi modificato nel 1685. Nel 1768 l’ordine fu soppresso con decreto di Ferdinando di Borbone, dall’anno seguente il collegio ospitò le scuole pubbliche e dal 1774 la Biblioteca con volumi dei Gesuiti e copie di volumi dalla Palatina di Parma.
I religiosi fecero ritorno per un breve periodo fra 1836 e 1848, dopo di che la chiesa fu impiegata per varie funzioni e solo nel 1893 fu ristabilita la sede parrocchiale dal vescovo Giovanni Battista Scalabrini.
La facciata della chiesa, in materiale lapideo, risale al 1935-1936, su progetto di Giovanni Gazzola (1871-1962).
Il modello architettonico dell’edificio è ripreso da schemi gesuitici, l’impianto planimetrico è longitudinale. L’interno, a navata unica coperta da volta a botte, presenta quattro cappelle laterali ed è caratterizzato dalla decorazione murale dovuta a Luigi Morgari (1914).
Nella prima cappella a sinistra è collocata una pala di Giuseppe Girardi, che fu secondo maestro di figura al Gazzola; il dipinto raffigura San Biagio guarisce un fanciullo.
Di seguito si può ammirare la bella pala Nozze mistiche di Santa Caterina con “Lactatio” di San Bernardo del 1700 circa, dovuta al pittore Robert de Longe, che fu attivo a Piacenza fra Sei e Settecento. Si tratta di un’opera proveniente dalla chiesa di Santa Franca come un’altra tela coeva dell’artefice conservata all’interno e raffigurante Santa Franca in preghiera ai piedi della Madonna. Dell’artista fiammingo si conserva in presbiterio anche il dipinto con Gesù Crocifisso tra la Madonna, San Giovanni Evangelista e la Maddalena, eseguito per la chiesa di San Michele chiusa nel 1893 e databile intorno al 1690.
In presbiterio si conserva un dipinto con i Santi Pietro e Paolo eseguito dal bolognese Ercole Graziani dopo il 1732 per i Gesuiti. Al pittore olandese Jan Soens (Hertogenbosch, 1547 – Parma, 1611) si devono invece i due dipinti laterali del presbiterio con il Martirio di San Pietro ed il Martirio di San Paolo riferibili al 1608-1609
Di rilievo è l’altare maggiore, proveniente dal duomo ove era posizionato nella cappella della Madonna del Popolo; il progetto del manufatto, collocato in San Pietro nel 1920, si deve a Giovanni Battista Carrà (1612-1614). Dell’altare facevano parte anche le due statue raffiguranti Sant’Antonino e Santa Giustina visibili in duomo, progettate da Giuliano Mozani e messe in opera tra il 1717 e il 1722; i vasi con ghirlande dorate e gli angeli posti sul coronamento sono invece aggiunte realizzate nel corso del Settecento.
Nella seconda cappella a destra è esposta la pala raffigurante San Michele e il drago, collocabile tra le ultime opere del pittore piacentino Bartolomeo Baderna attivo a fine Seicento, copia del dipinto realizzato da Guido Reni nel 1636 e conservato nella chiesa di Santa Maria della Concezione a Roma.