Nel 1495, costituita dal solo santuario con il coro, dal transetto dell’abside e dalla prima campata delle tre navate, la chiesa di Santa Maria delle Grazie fu dichiarata parrocchiale, in sostituzione della più antica di San Lorenzo; nel 1499 fu consacrata dal vescovo Fabrizio Marliani, anche se non ultimata. Nel 1513 fu eretta a Collegiata; nel 2008 è stata elevata al rango di Basilica minore.
Nel corso del Seicento l’originaria struttura gotica subì numerosi interventi: fu costruito un nuovo altare maggiore, eretta la torre campanaria, ampliate le cappelle laterali, successivamente decorate con stucchi. L’attuale disegno della facciata risale al 1880-1881.
Nella navata sinistra della chiesa, la cappella di San Lorenzo ospita il mausoleo dei fondatori della città, eretto nel 1499 da Rolando II Pallavicino, contenente i resti mortali di Gian Ludovico Pallavicino e della moglie Anastasia Torelli, originariamente conservati nella locale chiesa dell’Annunziata. All’interno dell’edificio è conservato un magnifico polittico di dodici tavole di Filippo Mazzola, padre del più noto Parmigianino. Realizzato nel 1499 in occasione della consacrazione della collegiata, fu smembrato nel 1880 nel corso di grandi lavori di restauro dell’edificio; le tavole vennero separate dalla cornice e disperse. Solo nel 2003 si è riusciti a ricostruire quasi completamente l’opera, pur mancando ancora due dipinti: un “San Cristoforo”, attualmente conservato al Museo Nazionale di Budapest e un “Salvatore” che, purtroppo, non si è ancora riusciti a rintracciare. Nella navata sinistra della chiesa, la cappella di S.Lorenzo ospita il mausoleo dei fondatori della città, eretto nel 1499 da Rolando II Pallavicino, contenente i resti mortali di Gian Ludovico Pallavicino e della moglie Anastasia Torelli, originariamente conservati nella Chiesa dell’Annunziata. L’ultima cappella a sinistra, dedicata al Santissimo Sacramento, ospita un altare di Onorato Buzzi co due sculture allegoriche di Jan Geernaert in legno e, sulla parete di sinistra, un dipinto del 1847 del pittore parmense Francesco Scaramuzza La Vergine degli Angeli che pare abbia ispirato Giuseppe Verdi, spesso in preghiera davanti al quadro, nell’omonima romanza dell’opera “La forza del destino”. Sopra il tabernacolo è collocata la reliquia della Sacra Spina che, secondo la tradizione, fu donata dal re di Francia Francesco I nel 1521 a Gian Ludovico II Pallavicino quale “riparazione morale” per l’uccisione dei marchesi Cristoforo e Manfredo Pallavicino, rispettivamente cugino e fratello di Gian Ludovico II, durante l’occupazione del Ducato di Milano ad opera dei Francesi. In fondo alla navata destra, la cappella del Santissimo Rosario ospita la Pietà del Pordenone.