A Ottone ha sede un museo poco conosciuto di arte sacra, nato da un’idea di Attilio Carboni, promosso e realizzato grazie alla volontà dell’amministrazione municipale e visitabile dal 2001. L’esposizione museale si sviluppa in tre sale situate al piano terreno e al piano rialzato del palazzo comunale. I manufatti esposti sono confluiti da chiese del territorio (specialmente da edifici isolati a rischio di furto e degrado) e anche da collezioni di privati. Volumi antichi, candelieri, crocifissi, reliquiari, stoffe, calici e argenteria (alcuni pezzi veramente belli), leggii, statue, dipinti.
Tra gli argenti e i metalli liturgici si conservano una pisside lavorata a sbalzo con motivi naturalistici datata al XVII secolo e alcuni calici ottocenteschi. Particolarmente interessante, tra i reliquiari, un esemplare a ostensorio in lamina d’argento sbalzata su supporto ligneo che documenta la produzione genovese, rintracciabile in quest’area del piacentino per motivi legati alla dislocazione geografica. E’ contrassegnato dal punzone datario raffigurante la ben nota “torretta”, marchio di garanzia di Genova, sormontato da un numero indicante la data e pertanto riferibile con certezza al 1816.
Vi sono poi alcuni crocifissi settecenteschi, che evidenziano le differenze stilistiche fra la sobria produzione piacentina e quella genovese, corredata da intagli più elaborati soprattutto nelle terminazioni dorate che solitamente contraddistinguono il braccio orizzontale della croce.
Si può ammirare un Messale Romano stampato a Venezia nel 1728, presso Nicolao Pezzana. Contiene incisioni all’acquaforte dovute a Elisabetta Piccini, figlia dell’incisore veneto Gaetano (morto nel 1669). L’artista apprese dal padre i rudimenti dell’arte incisoria guardando in particolare a Tiziano e a Rubens. Le immagini del messale di Ottone raffigurano Annunciazione, Crocifissione e Resurrezione.
Nutrito è il nucleo dei tessuti liturgici depositati presso il museo. Di spicco un paramento a fondo grigio composto da nove pezzi, recante uno stemma identificato col blasone della famiglia Doria. Si tratta di un insieme tessile di alta qualità manifatturiera. Il pezzo più antico è una campana bronzea proveniente dalla chiesa di San Bartolomeo presso Ottone, recante la data 1355.