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Sul finire del Settecento fu affidato a Lotario Tomba, noto architetto piacentino, il progetto di un sacello atto a contenere un dipinto mariano già molto venerato a metà Seicento, un tempo posizionato all’esterno del Convento detto della Neve. Tuttora esistente, l’opera raffigura la Madonna col Bambino sulle nubi, in sontuosa veste a fondo avorio damascata e manto stellato, affiancata da angioletti in volo e con ai piedi i santi Francesco d’Assisi, Domenico, Carlo Borromeo. 

Il santuario, molto frequentato come attestano i numerosi ex voto, fu ampliato a fine Ottocento su disegno di Camillo Guidotti che trasformò la pianta esagonale in pianta a croce greca.

La facciata a vento, in mattoni a vista, è monocuspidata e con due fronti obliqui, forati nella parte bassa da monofore a tutto sesto, in quella alta da due nicchie. Il timpano è decorato con motivi a lesene in diagonale. Un tamburo ottagonale con bifore e cupola in rame sovrasta l’edificio, dotato di frontoncini a timpano decorato con angeli in stucco.  L’interno è a croce greca allungata, con bracci di una campata voltati a botte. Nella parete di fondo si apre la cappella poco profonda che accoglie l’altare maggiore e che custodisce l’antico affresco mariano oggetto di grande devozione, restaurato da Carlo Maria Viganoni e dal suo allievo Carlo Girometti nel XIX.

L’interno della cupola, a fondo azzurro con la colomba dello Spirito Santo al centro, è stato decorato da Lucio Morisi e Genocchi nel 1947, tranne che per i pennacchi con gli Evangelisti, opera di Giuseppe e Nazzareno Sidoli. 

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