Al santuario, con facciata a capanna dal frontone triangolare interrotto di derivazione seicentesca, si accede tramite un portico aperto sui lati.
Le prime notizie riguardanti un oratorio nella località risalgono al 1652, anno della visita pastorale di Alessandro Porro, vescovo di Bobbio, che ne descrive l’altare ancora oggi esistente, in muratura e stucco. E’ dotato di bella ancona, impreziosita sulle paraste da telamoni angelici e sormontata da trabeazione con cornice a dentelli. Nel coronamento, ad arco spezzato, due putti a tutto tondo affiancano la raffigurazione della Colomba dello Spirito Santo. Il paliotto frontale è ornato da un’ampia cartella in cui tralci vegetali confluiscono in una sorta di medaglione con gigli. La decorazione si ripete nelle mostre di porta coeve laterali all’altare.
Nel 1894 scoppiò un incendio, l’edificio dovette essere riparato e fu inaugurato l’anno seguente dal prevosto Don Gaetano Trasi per delegazione del vescovo Giovanni Battista Porrati. Vi fu collocato un nuovo dipinto della Madonna delle Grazie, a firma del piacentino Enrico Prati (attualmente esposto in copia), in sostituzione dell’effigie precedentemente venerata, già documentata a metà XVII secolo.
Nel 1894 un incendio distrusse il dipinto della Madonna delle Grazie. Fu quindi commissionata una nuova opera, a firma del pittore piacentino Enrico Prati (attualmente esposta in copia), in sostituzione dell’effigie molto venerata, già documentata a metà XVII secolo. L’immagine mariana fu inaugurata l’anno seguente dal prevosto Don Gaetano Trasi.