Kronos–-Museo della Cattedrale di Piacenza si trova nel centro della città, occupa alcuni spazi dell’antico palazzo della Prevostura, adiacente all’ abside della cattedrale, e altri di pertinenza della Cattedrale stessa. Kronos è custode del patrimonio materiale e testimone del patrimonio immateriale che orbita intorno alla vita della Diocesi, mantenendo il nesso tra le opere e la comunità di appartenenza, contestualizzandole nel vissuto sociale e devozionale e legando il racconto alla storia del territorio. Si mantiene costante il dialogo tra i beni musealizzati e quelli ancora in loco.
La mission vuole salvaguardare e valorizzare l’’identità storico-religiosa e artistica delle opere, della fede e delle tradizioni locali. Numerosi oggetti esposti continuano ad esercitare il proprio valore liturgico e tornano ad essere impiegati nella loro funzione originaria. Il museo si articola su tre livelli: il piano terra con l’esposizione permanente (sala illustrante la storia della cattedrale, sala delle sculture, pinacoteca, teche con oggetti liturgici e oro votivo), il secondo livello dedicato ai manufatti tessili e agli antichi reliquiari e il terzo al Codice 65 (manoscritto pergamenaceo del XII sec. tra i più importanti in Europa) e alla sezione archivistica.
Ai beni materiali si è legata una forte componente multimediale. Kronos è concepito come Via della Bellezza, in quanto direttamente collegato all’ ascesa alla cupola della Cattedrale: dal terzo livello ha infatti inizio il percorso di salita verso gli affreschi seicenteschi realizzati da Guercino, attraverso percorsi medievali nello spessore di muratura, scale a chiocciola, sottotetti e continui affacci mozzafiato sia sulla città sia sull’interno della Cattedrale. Kronos opera come presidio culturale nel territorio con cui dialoga, tramite ampia offerta didattica per scuole e famiglie, tre rassegne culturali annuali che spaziano da itinerari guidati, alla musica al teatro collaborando strettamente con enti del terzo settore.
Si segnalano: il trittico trecentesco dipinto da Serafino De’ Serafini (un altarolo ligneo portatile a fondo oro, di dimensioni ragguardevoli, incentrato sulla vita di Cristo); la sala delle sculture, che conserva esempi di opere lignee e in cartapesta, quali un San Nicola del valsesiano Giovanni Sceti ed un Angelo custode del fiammingo Jan Geernaert; la sala del Tesoro, che offre una panoramica sulle prestigiose argenterie sacre della cattedrale; la piccola pinacoteca che conserva preziose pale d’altare, come I diecimila martiri crocifissi di Giovanni Andrea Sirani, la Madonna dello Zitto di Giovanni Battista Tagliasacchi, Morte di San Francesco Saverio di Robert De Longe, il San Gerolamo e l’angelo di Guido Reni oggi in dialogo con un ragguardevole Achrome di Piero Manzoni (1958) della collezione Mazzolini (Museo MCM in Bobbio).
Nelle sacrestie superiori, suggestivo ambiente neogotico con decorazioni a trompe l’oeil, è in mostra una parte dell’incredibile patrimonio tessile del duomo e della diocesi e si può visitare l’esposizione temporanea Sacre reliquie. Storie di santi dedicata all’immenso patrimonio di reliquie e reliquiari di varie forme e materiali, provenienti dai depositi.
Al Libro del Maestro (o Codice 65), tesoro per la liturgia noto a livello internazionale, è dedicata una sezione apposita: la visione del volume (la cui stesura ebbe inizio nel XII secolo) è introdotta da una experience room che proietta il visitatore in un fantastico viaggio nel Medioevo. Schermi touchscreen consentono di sfogliare virtualmente le pagine del Libro ad altissima risoluzione.
La salita alla cupola è un’autentica emozione, tra strette scale a chiocciola, angusti spazi nello spessore della muratura un tempo percorsi solo dalle maestranze, sottotetti con scorci inediti sia sulla città che all’interno della cattedrale. Uno per tutti lo sguardo ravvicinato dai matronei sui dipinti di Ludovico Carracci e Camillo Procaccini che dominano volta e abside del presbiterio: esperienza mozzafiato. Raggiunto e percorso il sottotetto della navata centrale per ammirare il panorama del centro città dalla croce in facciata, si entra infine al loggiato del tamburo della cupola dove si può percorrere l’intero perimetro. Uno show di luci accompagna la visione del ciclo pittorico realizzato dal Guercino tra il 1626 e il 1627.
Si discende dal lato opposto e si incontra la sezione dedicata ai restauri di fine Ottocento con esposizione degli elementi smantellati, tra cui bassorilievi, lapidi, parti di altari.