Organo costruito dal piacentino Cesare Gianfrè nel 1874 riutilizzando materiale fonico preesistente (secoli XVII/XIX), collocato sopra la porta d’ingresso in cantoria lignea policroma. Cassa lignea coeva marmorizzata a tempera, recante alla base la parziale citazione del secondo emistichio del quarto versetto del Salmo 150 «Laudate [D]eum in organo», delimitata da paraste con scanalature e trabeazione sormontata da cimasa costituita da ovale con chiavi decussate e fasci di alloro laterali.
Elegante cantoria di gusto manierista databile all’inizio del Seicento, ritmata in quattro specchiature decorate a tempera di colore rosso e verde e cinque nicchie con putti musicanti delimitate da colonne rudentate, proveniente (1873) dal santuario della Beata Vergine Addolorata a S. Pietro in Corte (vulgo: San Pedretto) in comune di Monticelli d’Ongina dopo la costruzione di nuova cantoria per l’organo di Adeodato Bossi Urbani (1872). Prospetto di 23 canne a cuspide centrale con ali laterali, labbro superiore a mitria; canna maggiore centrale corrispondente alla nota Sol1 del Principale Basso.
Tastiera di 50 note (Do1/Fa5), con prima ottava corta; tasti diatonici ricoperti in osso e cromatici in legno dipinto con coperta in ebano; divisione Bassi/Soprani Si2-Do3.
Pedaliera a leggìo di 16 note (Do1/Sol#2), costantemente unita alla tastiera.
Registri azionati da manette scorrevoli con incastro, disposte su unica colonna a destra della tastiera e sormontate da etichette a stampa originali: